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La voce è uno strumento delicato e infinitamente vulnerabile

Quale cantante lirico non ha provato per un solo giorno una raucedine dovuta al sovraffaticamento, che ne danneggia gravemente, a volte, la voce? Yva Barthélémy, avendo constatato nel corso della sua carriera d’artista lirica la fragilità della voce, si è lanciata nella ricerca di supporti logici e razionali per assicurare una sua perfetta educazione, alleviandone l’affaticamento e permettendo la piena espansione vocale.

L’originalità del suo metodo è fondata su una conoscenza approfondita dell’anatomia e della fisiologia umana, e, più precisamente, quella dell’apparato fonatorio e del suo funzionamento.

Le differenze congenite esigono un adattamento specifico del metodo su ciascun cantante. I professori abilitati sono stati formati per venire incontro a queste particolarità fisiologiche.

Constatando che per emettere anche il suono più flebile, lavorano in sinergia oltre trecento muscoli, appare evidente la necessità di rinforzare la muscolatura laringea estrinseca (quella che collega la laringe con lo scheletro) affinché le corde vocali vengano messe in grado di svolgere un lavoro efficace e costante nel tempo.

L’applicazione del metodo esige che i movimenti muscolari, elaborati al fine di riscaldare, dare elasticità ed irrobustire la complessa catena muscolare che sta alla base della produzione del canto, siano eseguiti molto accuratamente.

Postura e respirazione vengono coordinate in sinergia con i muscoli del viso, del collo e della laringe. Questo metodo presuppone che, nella gestione del proprio apparato vocale, il cantante si comporti come un atleta. Così facendo, ogni voce sarà in grado di svilupparsi attraverso le proprie caratteristiche individuali e assolutamente uniche, pervenendo inoltre ad una preziosa longevità.

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